martedì 19 agosto 2008

Madrid e Toledo (02 - 11/08/2005)


La tontería se coloca siempre en primera fila para ser vista; la inteligencia detrás para ver
Estate 2005, a luglio decidiamo finalmente dove trascorreremo le vacanze, scartate le carissime Londra e Barcellona, la scelta ricade su Madrid; dopo aver valutato diverse proposte decidiamo di prenotare: voli da Bergamo - Orio al Serio (BGY) con Myair e appartamento in centro prenotato tramite Homelidays, periodo dal 2 all’11 agosto.
Si parte...

Martedì 02 agosto 2005 - Alle 15 in punto partiamo alla volta della capitale spagnola. L’aereo non è il massimo ma il volo è tranquillo e gli orari rispettati. Atterriamo a Madrid - Barajas (MAD) alle 17 e 20, ritiriamo i bagagli, facciamo i biglietti della metro e arriviamo in centro, stazione Opera. Ci fermiamo nella piazza antistante (Plaza de Isabel II) restando sbalorditi dall’azzurro intenso del cielo e chiamiamo Pedro e Cecilia, dopo poco Pedro ci accoglie con un ottimo italiano, e ci porta all’appartamento, a due passi dal Teatro Real, dal Palacio Real e dalla Catedral de Nostra Señora de Almudena. Paghiamo l’affitto, firmiamo il contratto, lasciamo la cauzione e ringraziamo Pedro, gentilissimo.
Il tempo di farci una doccia e scendiamo per strada, ci addentriamo fra le viuzze alla ricerca di qualche tapas. Ci dirigiamo nella zona della Chueca dove troviamo la Cerveceria Infancer S.L. (Calle de las Infantas 26), locale molto tipico, ottimi i bocadillos con jamon, i formaggi, le croquetas de jamon e la sangria.
A pancia piena girovaghiamo per il centro e rientriamo in appartamento.

Mercoledì 03 agosto 2005 - Ci svegliamo sotto un cielo azzurro fantastico, una buona colazione e facciamo la spesa nel vicino Corte Inglés. Iniziamo a girovagare per la città, prima in metro fino a Puerta de Atocha, qualche passo e siamo al Museo Reina Sofia, per ammirare le opere degli artisti contemporanei più famosi e naturalmente Guernica di Pablo Picasso. Purtroppo nel 2005 l’ampliamento del museo ad opera di Jean Nouvel non era ancora stato inaugurato anche se i volumi del nuovo edificio erano oramai visibili. Aperitivo in Paseo del Prado, cena in appartamento e poi a cercare locali per la movida notturna, birra, qualche tapas e sangria.


Giovedì 04 agosto 2005 - Sveglia e colazione in tranquillità. Alle 10 usciamo e in pochi minuti siamo alla Catedral de Nostra Señora de Almudena. Una visita alla cattedrale e alla mostra temporanea e ci dirigiamo al Palacio Real, che fronteggia la facciata della cattedrale. Visitiamo le affascinanti sale del palazzo e gli esterni con il museo delle armature, ci fermiamo nei giardini che si affacciano su Casa de Campo. I reali spagnoli in questo periodo sono in vacanza a Palma de Mallorca e il palazzo è tutto per i numerosi turisti.


Qualche foto del palazzo che si staglia sul fantastico cielo di Madrid (continuo a ripeterlo ma era veramente eccezionale) e torniamo a casa per il pranzo. Oramai ci siamo ambientati e gli orari spagnoli sono fantastici: pranzo alle 14 e cena alle 22 ci permettono di vivere al meglio Madrid. Il pomeriggio iniziamo a girovagare senza meta; passando per Calle del Arenal arriviamo in Plaza del Sol dove ha sede il Governo autonomo della regione di Madrid e dove vi è il simbolo della città, El oso y el madroño, (un’orsa e la pianta del corbezzolo) per la spiegazione del quale vi rimando al seguente sito.


Ci dirigiamo in Calle de Alcalà fino al Metropolis, poi superando il Banco de España fino a Plaza Cibeles con l’enorme Palacio de Comunicaciones, la sede delle poste spagnole.
Continuiamo fino alla Puerta de Alcalà e poi fino a Plaza de Colón con la statua di Cristoforo Colombo e le torri Colón.
Stanchi per la lunga passeggiata torniamo a casa a rinfrescarci e cenare.

Venerdì 05 agosto 2005 - Ci svegliamo tardi dopo la bellissima nottata, ci dirigiamo nella parte più moderna della città, in Plaza de Castilla, dove termina Paseo de la Castellana; qui è tutto un costruire di nuovi palazzi e grattacieli di uffici fra i quali le torri Puerta de Europa (o Torres Kyo), due grattacieli inclinati che sono già diventate uno dei nuovi simboli della “nuova” Madrid e dove in pochi anni sorgeranno nuovi grattacieli (Torre Repsol, Sacyr Vallehermoso e Torre Espacio).


Passeggiamo per Paseo de la Castellana fino al Santiago Bernabeu, lo stadio del Real Madrid, un paio di foto e ci dirigiamo alla stazione della metro per dirigerci alla Plaza de Toros de Las Ventas, l’arena più importante di Madrid che dato il periodo è momentaneamente chiusa fino al 20 di agosto, i toreri sono in ferie. Percorriamo il perimetro dell’edificio e visitiamo il Museo Taurino dove vengono venerati i più grandi toreri della storia di Las Ventas ma al tempo stesso anche i migliori tori di sempre, gli “invincibili”. Le teste di toro appese alle pareti rattristano, ma i costumi dei toreri sono veramente affascinanti e la storia delle torere (se esiste il femminile di torero) è veramente particolare ed emozionante.
Il pomeriggio lo dedichiamo alla prima delle nostre visite al Museo Nacional del Prado. Descrivere il Prado è veramente difficile, opere da ogni parte del mondo, da ogni epoca, artisti incredibili, ma esageratamente grande il che ci ha costretto a visitarlo in più giornate. L’unica pecca l’assurda presenza di decine di ragazzi italiani che non fanno altro che gridare, scherzare, ridere, insomma disturbare. Ci vergognamo un po’ ma fortunatamente in ogni angolo di Europa tutti scambiano me e Laura per turisti tedeschi.
Per riprenderci dai chilometri percorsi fra le sale del Prado ci dirigiamo verso il Real Parque del Buen Retiro, la zona verde più grande all’interno della città dove ci gustiamo un’ottima birra (spagnola naturalmente) e una tortilla de patata sulla riva dell’Estanque del Buen Retiro, un “laghetto” artificiale all’interno del parco dove ci si può concedere un giro in barca.


Sabato 06 agosto 2005 - Dedichiamo la mattinata alla zona vicina al Teatro Real, visitiamo i Jardines de Sabatini, sul retro del Palacio Real, vediamo il Senado e ci dirigiamo verso Plaza de España dominata dal monumento dedicato a Miguel de Cervantes Saavedra ed al suo personaggio più famoso don Quijote de la Mancha, foto di rito e shopping sulla Gran Via, piena di negozi.


Il pomeriggio girovaghiamo nella zona di Atocha dando un’occhiata alla nuova stazione, tristemente famosa per gli attacchi terroristici dell’11 marzo 2004 che provocarono 191 morti e oltre 2000 feriti, e a quella vecchia costruita fra il 1888 e il 1892 con la collaborazione di Gustave Eiffel in stile Art Nouveau. Dal 1992, la vecchia stazione è stata trasformata in un giardino tropicale con temperatura costante in cui sono conservate piante esotiche.
Per cena scegliamo un ristorantino in Plaza de Santa Ana dove ceniamo con zuppa di pesce calamari fritti e ottimi dolci. Seguendo le istruzioni della Lonely Planet raggiungiamo Las Cuevas de Sésamo, assolutamente consigliato. Las Cuevas de Sésamo non è altro che una grande taverna sotto al livello della strada con volte a botte piene di scritte (“La tontería se coloca siempre en primera fila para ser vista; la inteligencia detrás para ver”), un caldo assurdo, gente in ogni dove, una fila lunghissima per entrare, una nube di fumo, ma con una sangria da fine del mondo accompagnata da un pianista che suona canzoni della tradizione madrilena tanto da scatenare centinaia di ragazzi a cantare una specie di inno madrileno... Usciti ci dirigiamo in Plaza Mayor dove, come i ragazzi del posto, ci sediamo in mezzo alla piazza ascoltando la musica dei vicini locali e di qualche chitarrista improvvisato. Ci rilassiamo un po’ e prima di tornare in appartamento facciamo tappa alla Chocolatería San Ginés (Pasadizo de San Ginés, 5). Naturalmente sembrerà strano mangiare cioccolata calda e churros (dolci bastoncini fritti da intingere nella cioccolata) alle 2 di notte con 35° nel pieno centro di Madrid, ma devo dire che è semplicemente eccezionale, oltretutto la Chocolatería San Ginés è aperta tutta notte. Semplicemente fantastico, una delle sere più belle della mia vita.

Domenica 07 agosto 2005 - Mattinata al deludente mercato El Rastro, tante bancarelle di vestiti e qualche antichità senza valore, tanti oggetti rubati, niente di particolare insomma, anche se qui un simpatico venditore dal quale acquisto una maglietta riconosce subito la mia italianità da come abbraccio Laura (per una volta non sono un turista tedesco ma un italiano geloso e passionale, non so cosa sia meglio...). Seconda lunga tappa al Museo Nacional del Prado, poi ancora a passeggiare fra le vie piene di gente della capitale spagnola. Piccola siesta, serata in una birreria di Plaza de Santa Ana con birra al limone e tapas a base di pesce prima e tappa alla Cerveceria 100 montaditos (Avenida Felipe II 28), una birreria che serve piccoli panini di 100 gusti diversi (dal chorizo, al jamon, dalle tortilla de patatas al tradizionale pane e cioccolato) con ottime birre e vini. Da provare per l’aperitivo o per il dopo cena, praticamente una catena fast food spagnola.


Lunedì 08 agosto 2005 - Giorno di gita fuori porta, siamo indecisi fra Segovia e Toledo, ma alla fine decidiamo per quest’ultima, più turistica ma molto ricca di fascino. Alle 8 siamo in stazione ad Atocha e prenotiamo il viaggio per il treno regionale climatizzato delle 8:44, che arriva a Toledo alle 10. Per una persona che ha usato sette anni il treno per recarsi prima al Liceo e poi in Università, abituato a ritardi, treni cancellati, fermate eccezionali, il servizio RENFE è veramente incredibile, un altro mondo rispetto all’Italia. Inoltre da quel che ho capito se il treno ritarda di soli cinque minuti le ferrovie spagnole rimborsano l’intero biglietto. Viaggio piacevole fra le terre brulle della Mancha e in un’ora il treno ferma alla stazione precedente a Toledo, gli altoparlanti ci invitano a scendere, il viaggio continuerà su tre autobus fino a Toledo poiché la stazione di Toledo sta subendo dei rinnovamenti per accogliere l’AVE (acronimo di Alta Velocidad Española). I bus ci portano in stazione, da qui con un bus di linea a dir poco ammaccato (sul parabrezza vi è un foro di proiettile) giungiamo in centro a piazza Zocodover, a pochi passi dalla Cattedrale e dall’Ayuntamiento. La città è veramente bella, le vie caratteristiche offrono incredibili scorci sulla Cattedrale e sull’Alcazar, purtroppo chiuso per restauri. Purtroppo Toledo è molto più turistica di Madrid, i prezzi sono doppi rispetto alla capitale. Cerchiamo la casa museo di Domenikos Theotokopulos El Greco, pittore di origine greca che si stabilì a Toledo dopo aver lavorato alla corte del Re di Spagna fino alla sua morte nel 1614 da quando riposa nella chiesa cittadina di Santo Domingo el Antiguo, ma essendo lunedì il museo è chiuso (primo errore della Lonely Planet che dava la casa museo chiusa il martedì). Dall’alto guardiamo la zona circostante contraddistinta dal percorso del fiume Tago e dalle moltissime zone agricole bruciate dal sole (40° C costanti che non danno fastidio poiché l’aria è molto secca).
Ci muoviamo verso l’Alcazar. Visitiamo il Museo de Santa Cruz (Calle de Miguel de Cervantes,3), la chiesa e i chiostri aperti al pubblico, molto tranquilli, dove ci riposiamo dalla lunga passeggiata. Bellissima la mostra temporanea Otros Quijotes e una mostra sulle varie raffigurazioni di don Quijote de la Mancha, aperte in occasione dei 400 anni dalla prima pubblicazione (Volume I).
Pranzo e tardo pomeriggio in piazza Zocodover da dove partiamo col Zocotren (3,80€) per un giro turistico della città, girando attorno alla collina su cui sorge Toledo. Solitamente non amo le cose troppo turistiche (da giapponesi per intenderci) ma lo Zocotren offre panorami incredibili, per fotografie decisamente belle e permette di vedere l’intera città prima dall’interno, poi allontanandosi per avere una visione d’insieme dell’Alcazar e degli altri monumenti, fino a raggiungere le rive del fiume Tago e il Puente de San Martin. Si risale in città passando nelle vicinanze de La Puerta de la Ciudad e ritorno in Plaza Zocodover.
Purtroppo la nostra gita a Toledo sta per finire, il treno per Madrid parte alle 18 e 42 e pochi minuti prima delle 20 siamo a Madrid, ceniamo e ci riposiamo dopo la lunga giornata, bellissima e intensa.


Martedì 09 agosto 2005 - Giornata dedicata ai musei di arte contemporanea; El Museo de Arte Contemporáneo (Conde Duque, 9 - Entrata gratuita) e Museo Thyssen-Bornemisza (Paseo del Prado, 8 - 4,00 € studenti). Qualche ora di shopping per le vie del centro fino allo Stadio Vicente Calderón nei pressi del fiume Manzanares, foto di rito per lo stadio dell’Atlético Madrid dove furono disputate alcuni incontri del Mondiale di calcio del 1982 e tappa al 100 montaditos per qualche stuzzichino. Serata tranquilla.

Mercoledì 10 agosto 2005 - Mattinata dedicata alla zona universitaria e alla zona di Moncloa con il suo caratteristico faro (Avenida de los Reyes Católicos), ma la pioggia ci induce a visitare velocemente questi quartieri ed a rifugiarci nel vicino Corte Inglés aspettando che la pioggia smetta. Pochi acquisti e a piedi fino a Pº del Pintor Rosales da dove parte El Teleférico de Madrid, sola andata fino a Casa de Campo, un grande parco appena fuori dalla città dove non vi è assolutamente nulla tranne un luna park che non ci ispira. Picnic a Casa de Campo, una passeggiata nel parco fino al Lago (un’altra pozzanghera) dove comincia nuovamente a piovigginare; prendiamo la metro e torniamo in centro, dove girovaghiamo per negozi, vi consiglio Kukuxumusu per i regali, tante magliette e altri oggetti molto particolari.
Seconda tappa alla Chocolatería San Ginés per merenda e serata tranquilla a base di sangria a Las Cuevas de Sésamo per festeggiare la nostra ultima notte a Madrid, ultima visita a Plaza Mayor illuminata.

Giovedì 11 agosto 2005 - Risveglio in tarda mattinata come a non volere risvegliarci dall’atmosfera della movida madrilena, qualche passo ancora in città a salutare questa bellissima città, prepariamo i bagagli, incontriamo Cecilia che ci lascia la cauzione all’ora di pranzo e lasciamo Madrid con l’aereo Myair delle 18 e 20 lasciando un piccolo pezzo di cuore a Madrid che ci manca, che è la città dove vorrei vivere, che è una continua scoperta, un’emozione che non finisce mai...

Una bellissima vacanza, la nostra prima vera vacanza insieme, torneremo presto a Madrid e chissà se mai torneremo indietro...

A presto!!!

mercoledì 9 aprile 2008

Coop Himmelb(l)au - Beyond the Blue - Mak Vienna


Fino all'11 maggio, prosegue la mostra del Mak di Vienna dedicata a Coop Himmelb(l)au, studio viennese fondato nel 1968.

Concepita come rassegna di opere, ma anche di esperienza dello spazio, la mostra propone uno sguardo completo sul concetto architettonico visionario dello studio che opera ormai da quarant'anni.
Lo spazio espositivo, concepito dallo stesso studio, raccoglie numerosi progetti, realizzati e non, oltre ad un'ampia parentesi sui lavori di più recente costruzione
come il BMW Welt di Monaco di Baviera.

mercoledì 5 dicembre 2007

Bilbao e Palma di Maiorca (15 - 20/11/2007)


Ad agosto, girovagando in internet alla ricerca di qualche proposta di viaggio, mi imbatto nella pagina delle nuove tratte che Air Berlin, con cui avevamo già volato l'anno scorso da Bergamo a Berlino, avrebbe inaugurato il primo novembre con partenza da Milano Orio al Serio.
Fra i nuovi itinerari trovo, con grande piacere, un volo che, con scalo a Palma di Maiorca, da Orio al Serio arriva a Bilbao a metà pomeriggio; meta questa che, per uno studente appassionato di architettura contemporanea come me, è come Disneyland per più piccini...
Entusiasta, telefono immediatamente a Laura, la mia ragazza, e cerco di convincerla ad una capatina nella città dei Paesi Baschi proprio in concomitanza col suo compleanno.
Dopo qualche titubanza riesco a convincerla ed inizio così a cercare le migliori soluzioni per il viaggio ed il soggiorno; il 16 agosto prenotiamo voli ed hotel, tutto rigorosamente fai da te e tutto tramite internet e Postepay.
Dal sito della Air Berlin prenotiamo il volo di andata per il 15 novembre con partenza alle 11 e 20 da Orio al Serio, scalo di un'ora a Palma di Maiorca ed arrivo a Bilbao alle 16 e 30; orari molto comodi sia per la partenza, che non costringe ad alzarsi presto, sia per l'arrivo in pieno pomeriggio con la possibilità di trovare con calma l'hotel e goderci qualche ora di Bilbao già dal primo giorno.
Per il ritorno, visto che non eravamo mai stati a Palma di Maiorca e lo scalo proposto dalla compagnia aerea era di circa tre ore, propongo di fare il viaggio in due tappe: il 19 partenza da Bilbao alle 12 e 40 ed arrivo a Palma alle 14 e il 20 partenza da Palma alle 21 e arrivo previsto a Bergamo per le 23.
Per i quattro giorni a Bilbao e la notte a Palma di Maiorca consulto i più noti siti di hotel ed ostelli; tramite Booking la scelta cade sull'hotel Ria de Bilbao per i giorni nei Paesi Baschi, e sull'hotel Colon a Palma, i migliori per vicinanza al centro e rapporto qualità-prezzo.
Avendo organizzato il tutto con cura non ci resta che aspettare i mesi che ci separano dalla partenza.


Giorno 1 - Rotta su Bilbao
Finalmente arriva il 15 novembre. Le valigie sono pronte ed alle 8 si parte per l’aeroporto di Bergamo, ritiriamo i biglietti al check-in per entrambe le tratte, imbarchiamo le valigie, che non rivedremo fino a Bilbao, e, puntualmente, partiamo alla volta di Palma di Maiorca dove atterriamo in perfetto orario.
Il tempo di un panino al solito McDonald ed alle 15 e 10 parte il volo alla volta di Bilbao dove atterriamo alle 16 e 20; il tempo di ritirare i bagagli nell’aeroporto progettato da Santiago Calatrava e prendiamo il bus (1,25€) che dall’aeroporto porta fino a Piazza Moyua, dove vi è una stazione della metro, o fino al Termibus.
Scesi nelle vicinanze del Palazzo Euskalduna attraversiamo il ponte omonimo e percorriamo la Ribera de Deustu fino all’Hostel Ria de Bilbao; qui ci accoglie Sole che, gentilissima, ci dà qualche dritta sui luoghi da visitare, sui posti dove mangiare bene per pochi euro, sulle zone da vedere e quelle da evitare assolutamente e ci consegna la tessera magnetica della nostra stanza, una cartina tascabile della città, che si rivelerà utilissima, e gli orari della colazione - inclusa nel prezzo della camera.
Dopo una doccia ed esserci riposati qualche minuto usciamo per la prima visita della città: risaliamo la riva destra del fiume Nervion fino ad arrivare al Puente de Deustu, nelle cui vicinanze Sole ci ha consigliato un locale dove mangiare ottimi piatti combinati, l’Etxepe Berri Bar.
Stanchi per il viaggio rientriamo in hotel e ci addormentiamo pensando all’indomani.


Giorno 2 - Tradizione al Casco Viejo
Ci svegliamo per le 9 e facciamo colazione; appena fuori dall’hotel prendiamo il bus A4 che da Zorrotzaurre porta a Deustu (1,15€) dove scendiamo nella metro (1,10€ per la zona A), opera dell’architetto inglese Norman Foster, e in poco tempo raggiungiamo la stazione Casco Viejo che si trova nel cuore del centro storico; qui ci muoviamo fra le strette calles ricche di botteghe e negozi tipici.


Visitiamo Plaza Nueva, la Catedral de Santiago e, scendendo fra le Siete Calles, raggiungiamo la riva del fiume Nervino, sulla quale si affacciano la Iglesia de San Anton ed il Mercato de la Ribeira, il più grande mercato coperto dell’intera Spagna (a dire il vero decisamente fatiscente) dove si trova ogni tipo di pesce, carne e verdura.
Abbandonata presto la visita del mercato, ci avviamo lungo la Ribera, dalla quale vediamo la Estacion de Santander (La Concordia); raggiungiamo poi il Teatro Arriaga, che, dopo un incendio, è stato ricostruito sullo stile dell’Opera di Parigi; nelle vicinanze è stato allestito un carino mercatino equo-solidale.


Attraversando il Puente del Arenal, ci avviamo lungo la Gran Via Don Diego Lopez de Haro, la via dello shopping bilbaino, sulla quale si affacciano una enormità di negozi; questo prima di essere risucchiati all’interno del Corte Ingles, una vera e propria istituzione per tutti gli spagnoli, all’interno del quale si trova ogni bene di consumo, dal giocattolo al vestito di lusso, al pane, all’agenzia di viaggi fino all’assicurazione dell’auto.
Giungiamo così fino a Plaza Moyua, una grande piazza di forma ellittica, molto curata e sulla quale si affaccia il palazzo della BBVA (una delle tante banche dei Paesi Baschi) e caratterizzata dalla presenza delle entrate della metropolitana, i cosiddetti Fosterritos (dal nome dell’architetto che li ha disegnati), strutture in acciaio inossidabile e vetro che fuoriescono dal sottosuolo come fossero prolungamenti delle gallerie sotterranee nelle quali corrono i treni.


Ormai sono le 14 e, come ogni spagnolo, cerchiamo un posto dove pranzare; dopo una lunga ricerca entriamo nella Cafeteria Tayda (Gregorio de la Revilla 2): tipico locale da tapas con ottimi bocadillos e combinados.
Dopo pranzo ci avviamo verso il Parque de Casilda Iturrizar, il quale ospita anche il Museo de Bellas Artes (Museo Plaza 2); qui visitiamo l’intera collezione permanente ed anche quella temporanea (Entre Picasso y Debuffet ) per soli 4 euro (sconto studenti al di sotto dei 26 anni); nel museo sono affascinato dalle opere di Jorge Oteiza, uno scultore spagnolo astrattista di cui non avevo mai sentito parlare prima, ma che mi ha lasciato stupefatto dalla sua capacità di astrazione.


Usciti dal Museo, attraversiamo poche strade e ci troviamo davanti all’entrata del Museo Guggenheim Bilbao, opera dell’architetto canadese Frank Owen Gehry ed anticipato dalla grande opera di Jeff Koons denominata Puppy, una scultura floreale che raffigura un cane ed accoglie i visitatori del museo.


L’edificio di Gehry è veramente impressionante: il rivestimento in titanio e la luce naturale lo fanno risplendere ed al tramonto i riflessi di luce lo rendono ancor più bello.
Stanchi, ma con il pensiero che l’indomani avremmo visitato l’intero edificio, ci rifugiamo nel vicino centro commerciale Zubiarte, opera dell’architetto americano Robert Stern, che si trova sulla riva sinistra del Nervion a pochi passi dal Puente de Deustu.
Essendo ancora presto per cena, giriamo qualche negozio ed infine ci rifocilliamo con ottimi bocadillos presso Krunch, una specie di McDonalds tirolese nell’aspetto ma con piatti tipici spagnoli (da provare le croquetas de jabugo, crocchette di patate ripiene di formaggio fuso e prosciutto crudo e gli jalapeños, peperoncini piccanti fritti e ripieni di formaggio).
Visto il freddo, prendiamo l’ultimo bus che va verso Zorrotzaurre e torniamo in hotel per la notte.


Giorno 3 - Deframmentazione d’orchestra in un fiore di titanio
È finalmente giunto il grande giorno; non dico che siamo venuti a Bilbao solo per il Guggenheim, ma sinceramente è l’edificio che più mi interessa e devo dire che non mi delude affatto, come invece avevo letto era capitato a qualche altro turista che se lo immaginava più bello e più interessante.
Ci svegliamo e prima di uscire facciamo colazione con calma; solito bus fino a Deusto e poi a piedi percorriamo Avenida Lehendakari Aguirre, particolare per le fioriere piene di ciclamini multicolori che dividono i sensi di marcia, fino a Plaza San Pio X; da qui scendiamo sulla riva destra del Nervion e proseguiamo fino al Puente Pedro Arrupe, opera dell’ingegnere José Antonio Fernández Ordóñez, che per il progetto si è ispirato ad una libellula (o più verosimilmente, come dice Laura, ad una lucertola) che posa le zampe sulle due rive del fiume; questo ponte è in realtà uno degli attraversamenti più recenti e più belli di Bilbao, ma anche una delle posizioni migliori per fotografare il Guggenheim.


Attraversato il ponte, ci ritroviamo di fronte al Guggenheim, saliamo le scale fino alla piazza superiore e le ridiscendiamo per raggiungere l’entrata.
Sono ormai le 10 e 30 e finalmente, dopo una breve coda ed aver lasciato giacche e borse al guardaroba, entriamo in uno dei musei contemporanei più affascinanti e più belli del mondo.


Il biglietto è di 8 euro, ma per gli studenti solo 6,50€, audioguida in italiano inclusa che, oltre a commentare le opere esposte, fa anche una breve ma utilissima introduzione sulle caratteristiche dell’edificio, sul pensiero di Gehry e sulle difficoltà affrontate nella costruzione.
Le sale espositive si estendono su tre piani: al piano terra vi sono le sale che accolgono l’esposizione permanente costituita in gran parte da opere di artisti contemporanei come Dan Flavin, Louise Bourgeois, Jeff Koons, Jean-Michel Basquiat, Miquel Barcelo... e dall’installazione di Richard Serra “The matter of time”, composta da una decina di sculture in acciaio e che occupa l’intera sala denominata “El pez”, la quale scivola fin sotto al Puente de la Salve; da El Pez si raggiunge la caffetteria interna del museo dove pranziamo.
Per le celebrazioni del decimo anniversario dall’apertura del museo, al secondo piano è ospitata la mostra temporanea “Art in the USA - 300 years of innovation”, una raccolta di opere che raccontano l’arte statunitense dal 1700 fino ai giorni nostri attraversando i periodi storici e le correnti artistiche più importanti. Da non perdere le opere dal 1945 al 1980 fino a quelle più contemporanee di “Multiculturalism & Globalization”, che comprendono dipinti, fotografie ed installazioni di artisti come Andy Warhol, Roy Lichtenstein e dello svedese, ma americano d’adozione, Claes Oldenburg.
Infine, saliamo al terzo piano dove, dal 17 ottobre 2007 al 3 febbraio 2008, è ospitata l’esposizione “Chacun à son goût”, una raccolta di opere di giovani artisti baschi per lo più ancora sconosciuti, fra i quali Maider Lopez, Aitor Ortiz e Ibon Aranberri.
Dalle 17 assistiamo ad una rappresentazione musicale all’interno del museo: un gruppo di musicisti classici disposti singolarmente nelle diverse sale, che cambiando continuamente collocazione spostandosi da una postazione all’altra a tempo di cronometro, suonano brevi melodie che rendono l’atmosfera all’interno del museo veramente suggestiva.
Quando usciamo sono ormai le 19; per questo vi consiglio di dedicare alla visita del Guggenheim un’intera giornata: con calma guardatevi attorno, toccate la chiara pietra fredda, sfiorate le esili ma resistentissime lamine di titanio, fatevi coinvolgere dalle sue sinuose forme e dalle sue opere, attraversate le installazioni di Richard Serra, salite con gli ascensori vetrati sino al terzo piano ed ammirate la vista dell’atrio dall’alto, passeggiate nel bookshop (a dire il vero molto caro!) e non perdetevi le tortillas di patata e gli squisiti dolci della caffetteria e, se potete, concedetevi una cena al ristorante del museo consigliato da molte guide.


L’aria è fredda, ormai il sole è sceso e ci rifugiamo nuovamente a Zubiarte, che di sabato è affollatissimo di bambini e ragazzi.
Cena e niente vita notturna; quando arriviamo in hotel è appena cominciata la partita di calcio della nazionale spagnola che, a dir la verità, non mi sembra molto sentita nei Paesi Baschi, soprattutto in confronto alla vera e propria passione che i bilbaini hanno per l’Athletic Club.


Giorno 4 - Churros
Ultimo giorno a Bilbao. Ci svegliamo tardi - in fondo di domenica l’hotel serve la colazione fino alle 11 - e risaliamo a piedi la riva destra del Nervion fino al Palazzo Euskalduna, opera di Federico Soriano e Dolores Palacios; l’edificio è ispirato allo scafo di un’imbarcazione e racchiude sale per la musica, sale congressi, auditorium ed è stato costruito sul sito occupato fino a pochi anni fa dall’ultima industria bilbaina produttrice di navi, smantellata negli anni Novanta per lasciare posto in seguito a questo nuovo edificio la cui costruzione iniziò nel 1994 e terminò cinque anni più tardi.


Saliamo lungo la riva sinistra del fiume fino al Guggenheim; è una bella giornata, il sole è caldo e mi concedo ancora qualche posa con l’opera di Gehry che di domenica diviene punto di ritrovo per tutti i bilbaini che portano i figli nelle numerose zone verdi ed aree di gioco che si trovano attorno al museo.


Continuiamo la passeggiata fino al ponte Zubizurri opera di Santiago Calatrava; ancora qualche foto e prendiamo il tram dalla vicina stazione Uribitarte fino alla stazione Ribera per cercare un locale nel Casco Viejo fuori dal quale, due giorni prima, avevamo visto un’invitante insegna raffigurante churros con cioccolata calda. Purtroppo di domenica i locali del centro storico della città sono chiusi; sconsolati ci dirigiamo verso il Guggenheim nelle vicinanze del quale c’è la partenza per il giro della città col bus panoramico (12€ ridotto a 10€ per gli studenti); tour di un’ora e mezza con audioguida in spagnolo per le vie della città e, guarda caso, passando in Paseo de l’Arenal veniamo attratti da una grande scritta luminosa “churros” che fa illuminare il volto di Laura.
Così, finito il tour, riprendiamo il tram dalla stazione Guggenheim e raggiungiamo Arriaga; attraversiamo la piazza su cui si affaccia il teatro ed entriamo nel locale che a quest’ora è pieno di gente che assapora i churros con la cioccolata calda amara, tipico break pomeridiano spagnolo (meglio del the delle cinque del Regno Unito). Un simpatico cameriere ci porta due tazze di cioccolata ed un piatto di deliziosi churros, morbidi bastoncini di pastella fritti da intingere nella cioccolata per la modica cifra di 4€ (in Italia i bar servono la cioccolata calda per 3€ o 3,50€ e se venite sul lungolago d’Iseo riuscite a pagarla anche 5 o 6 euro...); nel frattempo socializziamo con una dolcissima bimba italo-inglese che ci sorride dal tavolo vicino. Felici e contenti per i churros e per la nuova amicizia, cerchiamo un ristorante tranquillo con piatti tipici per festeggiare il compleanno di Laura, ma stanchi dopo un lungo girovagare, ci ritroviamo nel locale della prima sera.


Giorno 5 - Agur Bilbao, Hola Palma
Con calma ci svegliamo; oramai le valigie sono pronte e dopo colazione raggiungiamo a piedi (mai decisione fu più sbagliata) Plaza Moyua, da dove prendiamo il bus fino all’aeroporto di Sondika che raggiungiamo in venti minuti con un buon anticipo che ci permette di fare con calma il check-in e di ammirare l’intero edificio, anche questo opera di Calatrava e denominato “La paloma” per le sue forme simili ad una colomba con le ali spiegate al vento.


Ci imbarchiamo in perfetto orario e come da tabella di marcia il Boeing 737-700 dell’Air-Berlin decolla alle 12:10.
L’aereo fa rotta verso la zona di Portugalete e Getxo; il cielo è sereno e la vista del porto di Bilbao e del Puente Colgante dall’alto è incredibile: l’acqua torbida del Nervion diventa pian piano di un blu profondo ed all’orizzonte solo l’acqua dell’Oceano Atlantico.
Nemmeno un’ora di volo e l’aereo scende e tocca il suolo maiorchino; attraversiamo centinaia di metri di terminal fino alla zona di recupero dei bagagli, li ritiriamo in pochissimo tempo e decidiamo di pranzare in aeroporto in una specie di fast-food curato nell’arredamento ma decisamente votato al turismo (2,80€ per un gelato confezionato mi sembrano decisamente troppi) come del resto tutta l’isola delle Baleari.
Usciti dall’aeroporto prendiamo il primo autobus che raggiunge in poco tempo il centro della città.
La temperatura rispetto a Bilbao è decisamente più alta e si notano per strada i soliti turisti tedeschi in pantaloncini e maglietta a maniche corte (il 19 di novembre 26°C sono decisamente una meraviglia per visitare il capoluogo della Comunità autonoma delle Isole Baleari).
Scendiamo al Parc de les Estaciones, vicino a Plaza de España ed in breve tempo raggiungiamo l’Hotel Colon, a pochi passi dalle vie del centro storico.
Un po’ di riposo, una doccia (fredda per dire la verità) e iniziamo a passeggiare per le strade di Palma, per lo più zone a traffico limitato ricche di negozietti tipici. Facciamo qualche acquisto e notiamo la presenza di moltissimi turisti, per lo più nonnini tedeschi ed inglesi che trascorrono le loro vacanze nel mezzo del Mediterraneo in pieno autunno a temperature miti.
Cerchiamo un ristorante dove passare la serata; in particolare cerchiamo “El Asador de Aranda”, nella zona di Plaza de las Tortugas, segnalato da Via Michelin, ma sfortunatamente capitiamo a Palma di lunedì che guarda caso è il giorno di chiusura del locale.
Così scendiamo verso il mare e, nelle vicinanze della cattedrale, troviamo una via piena di locali tipici carini; sono solo le 20 e pensando agli orari spagnoli (cena alle 22) convinco Laura a prenderci una caña come aperitivo accomodandoci sulle poltroncine esterne di un locale.
Torniamo quindi verso i ristoranti visti prima; ne scegliamo uno molto carino con un ragazzo che suona la chitarra e canta dal vivo canzoni in lingua spagnola; ci accomodiamo ma al momento di ordinare ci dicono che la cucina chiude alle 22 e che ci sono solo tapas. Così scegliamo una tempura di gamberi e calamari e ceniamo a lume di candela, accompagnati dalla calda voce del cantante, veramente bravo e gentile. Scegliamo due tipici dolci spagnoli: una crema catalana per Laura e un Gatto maiorchino per me. Purtroppo il locale sta per chiudere, paghiamo ed usciamo; per le strade non c’è più nessuno, esattamente come avevo letto su qualche sito internet che non consigliava Palma di Maiorca per la vita notturna perché troppo tranquilla.
Ci rifugiamo in hotel per addormentarci con l’idea che le nostre tanto attese vacanze stiano per finire, anzi finiranno fra poche ore.


Giorno 6 - A spasso per Palma
Ci alziamo per le 9, prepariamo le valigie e le lasciamo in hotel fino alle 18 (ottima cosa visto che il volo era previsto per le 21). Entriamo da Bocatta per la colazione e ci avviamo verso La Seu, la cattedrale in stile gotico catalano del XIII secolo con i fantastici giardini e le fastose decorazioni che si affacciano direttamente sul Mar Mediterraneo.


Guardiamo da lontano le navi da crociera che si stagliano all’orizzonte ripromettendoci prima o poi di attraversare l’intero Mediterraneo su una di queste immense città galleggianti; da qui ci avviamo verso il Museo Es Baluard, un museo d’arte contemporanea ricavato dalle antiche mura che circondano la città. La visita è consigliata e l’edificio è veramente interessante sia dal punto di vista architettonico, opera dello studio SCT, sia per le opere contenute tra cui un’importante collezione di opere di Joan Mirò.


Pranzo da Bocatta e pomeriggio dedicato ai negozi del centro con una capatina al Museu d’Art Espanyol Contemporani ed una alla Xocolateria Rosaledas per un’altra ottima cioccolata calda con churros.
Ritiriamo le valigie, viaggio in bus fino all’immenso aeroporto maiorchino, check-in, cena in una birreria tedesca a base di Würstel e Weissbier, decollo perfetto alle 21 ed atterraggio in anticipio alle 22 e 50.
Vacanza finita. Ma non appena l’aereo dell’Air-Berlin ha toccato la pista dell’aeroporto di Orio al Serio ho iniziato a pensare al nostro prossimo viaggio...
A presto quindi... per raccontare la prossima avventura.


Buon viaggio!



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